Porcellane di Capodimonte: perché sono diverse da altre, dove vedere collezioni di porcellane a Napoli, valore, come acquistarle.
Una porcellana diversa
Diffusasi nella seconda metà del ‘700, la porcellana di Capodimonte si è contraddistinta da subito per la sua superfice delicata e riflettente: la sua composizione, infatti, si discosta dalla ricetta tradizionale usata negli altri centri di porcellana.
Come per gli altri manufatti di porcellana in Europa, la porcellana di Capodimonte venne usata da subito anche in stampi. Si tratta di stampi visibili ancora oggi al Museo di Capodimonte: stampi per formare statuette, mazzi di fiori, vasi e altri oggetti di dimensioni ridotte. Pur essendo formate con uno stampo, non è giusto considerare le porcellane di Capodimonte un prodotto in serie: molti dettagli come boccioli di fiori o foglie minuscole sono modellati e attaccati a mano.
I colori delle porcellane di Capodimonte sono il rosso, l’arancione, il blu, il verde e il giallo. Il doppio procedimento di cottura dà ai pezzi in porcellana di Capodimonte una lucentezza unica.
Porcellane di Capodimonte, dove vederle e acquistarle
La porcellana di Capodimonte è ancora oggi molto richiesta tra i collezionisti. Solitamente è possibile farsi un’idea del valore del singolo pezzo in porcellana osservandone il lato inferiore. Gli oggetti originali delle fabbriche di porcellana di Re Carlo di Borbone e Buen Retiro erano firmati con un giglio in smalto blu, occasionalmente racchiuso in un cerchio. È possibile vedere pezzi del genere solo in collezioni private o pochi musei che ne possiedono gli originali.
Le porcellane realizzate durante il regno di Carlo Ferdinando erano contrassegnati da una corona sovrastata dalla lettera N.
Oggi il valore delle porcellane di Capodimonte è molto variabile. I pezzi autentici e antichi possono essere venduti per migliaia di euro; le opere di qualità inferiore o prodotte in serie valgono molto meno.
È possibile ammirare collezioni di porcellane di Capodimonte a Napoli al Museo di Capodimonte, in via Miano 2, e al Museo della Ceramica, in via Cimarosa 77.